Pizze fritte a Las Vegas

di Enzo Coccia                          

Dopo la mia recente nomina del Mibact come membro del Comitato Tecnico per l’Anno del Cibo Italiano 2018, questo è il primo evento internazionale al quale partecipo. La gioia è tanta ed anche l’emozione.

Ritorno negli Stati Uniti dopo 4 mesi, questa volta la destinazione è Las Vegas: la più grande città dello stato del Nevada, considerata da tutti come la città della perdizione con il più grande casinò del mondo e il luogo dove ogni eccesso è la regola.

Las Vegas è la città che non dorme mai, eppure in questa città ogni anno si organizzano le più grandi fiere e manifestazioni del mondo in vari settori merceologici.

Due saranno i miei grandi impegni: Pizza Expo 2018 e il Caesars Palace.

Come senz’altro saprete, Pizza Expo di Las Vegas è la più grande fiera internazionale dedicata al mondo della pizza che si svolge su uno spazio di 50mila metri quadrati. Quattro giorni, dal 19 al 22 marzo, che vedrà riuniti tutti gli operatori del settore e la stampa internazionale.

Ricordo la prima volta che andai insieme ad alcuni colleghi pizzaioli napoletani, erano circa 16 anni fa. Rimanemmo sconvolti dall’offerta della manifestazione: pizze congelate, pagnotte surgelate, pomodoro nei tubetti come se fosse dentifricio, cilindri di formaggio filante. Insomma era il regno del junk food governato dalle più grandi multinazionali del comparto. Ci rendemmo conto che gli americani non conoscevano affatto la vera pizza napoletana, né la qualità degli ingredienti, né la tradizione, né la sua storia. Adesso la situazione è totalmente cambiata, il mondo della pizza ha compreso la bontà e il valore del nostro prodotto tipico, le sue origine e la sua difficile tecnica di preparazione.

Quest’anno infatti non preparerò la classica pizza al forno ma farò conoscere e assaggiare la mia pizza fritta e le mie montanarine. La pizza fritta è una vera innovazione per Pizza Expo dove spero si possa apprezzare un prodotto simbolo della gastronomia partenopea sconosciuto per troppo tempo e che invece oggi riscopre tutto il suo valore, soprattutto culturale.

Ma i miei appuntamenti non finiscono qui. Il 20 e il 21 marzo sarò impegnato al Caesars Palace, l’enorme hotel casinò di Las Vegas dotato di 3.349 stanze divise in 5 torri. C’è veramente da perdersi!

In particolare, il 20 marzo farò una masterclass dedicata agli chef-pizzaiuoli del Caesars Palace mentre il 21 marzo si terrà una cena dedicata ai dirigenti dell’hotel, agli esponenti della politica, anche italiana, e alla stampa del mondo food. Alla serata è stato invitato anche il Console italiano Antonio Verde che ho conosciuto durante il mio ultimo viaggio a Los Angeles.

Naturalmente il menù sarà a base di pizza napoletana e comprenderà una montanarina con Pomodorini del Piennolo DOP e provola, una pizza fritta con ricotta, provola e salame napoletano, una pizza margherita, una pizza bianca con le pappacelle (un particolare tipo di peperone napoletano, presidio Slow Food) e una pizza bianca con fior di latte e fiori di zucca.

Ritorno negli Stati Uniti per portare il mio acronimo preferito: ITT, Identità, Tradizione e Territorio, valori a me molto cari e che spero di poter esprimere al meglio soprattutto ora, come rappresentante dell’Anno del Cibo Italiano 2018 e come rappresentante anche dell’Arte del pizzaiuolo napoletano patrimonio dell’Unesco.

Vi è un famoso detto nel Nevada: “quello che succede a Las Vegas resta a Las Vegas”. Ma questa volta mi piace pensare che non sarà così.