Sorrento o Mediterranea? Una pizza nata sotto il solleone

di Lina Malafronte
Per noi italiani, si sa, estate fa rima con mare e non potrebbe essere diversamente in un Paese che ha ben tre lati bagnati dall’azzurra distesa di acqua salata. Al mare, appunto, a uno in particolare, e al suo pescato si è ispirato Enzo Coccia che ha scelto le alici fresche per la sua Pizza Mediterranea.
Vero crocevia di sapori, come il mare dai molti nomi
lo è di genti. C’è l’americano pomodoro nella sua varietà. coltivata alle pendici del Vesuvio, il trittico di basilico, erba cipollina e prezzemolo, incontro tra India, Cina e Africa, l’aglio fresco, antico farmaco del deserto del Kirghisi; mentre un salto in Iran e Mesopotamia porta le olive nere, il vento del sud-est asiatico soffia sulle arance che nella Penisola Sorrentina aromatizzano l’olio. Un ricco melting pot di ingredienti per questa new entry che è stata presentata a “Una pizza per l’estate” nel contesto d’eccezione del Grand Hotel Excelsior Vittoria , il 20 maggio scorso.
Non poteva essere scelta una data migliore, quella della giornata europea del mare, per l’evento che, al suo secondo appuntamento, ha visto otto volti noti del panorama pizza presentare le loro creazioni farcite con alcuni dei prodotti protagonisti dei mesi caldi. Perché la pizza, almeno nella sua accezione più autentica, come l’armadio di una donna, muta aspetto a ogni cambio di stagione.
E col nuovo mese, nuovo look e nuovo nome. Un abito nelle tonalità del giallo, quello dei pomodorini del Piennolo, sfoggia, in questi giorni, la recente novità de La Notizia. Ribattezzata Pizza Sorrento, perché nel paese di Tasso, ncantatore e delizia d’o munno, è stata mostrata la sua prima versione “Mediterranea”, vanta il gusto pieno dell’originario pomo d’oro, antenato del più comune frutto rosso.
Presso i francesi si sentiva parlare di pompe d’amour, dagli inglesi di apple of love. Da noi Mattioli, con mala aurea e poma amoris, salutò la dorata bacca proveniente dal lontano Sudamerica. Dal sapore dolce che accomuna tutte le lingue, che sia arrivata con Hernán Cortés o con Cristoforo Colombo non si sa. Certo è che all’inizio fu proprio sfortunata. Messa sotto accusa perché imparentata con la velenosa belladonna, ha dovuto faticare tanto per compiere il passo decisivo: non più semplice pianta ornamentale, ma, come il prezzemolo, onnipresente nelle preparazioni dei popoli che si affacciano sul “mare tra le terre”.
Salvati dai monaci camaldolesi di Nola, divisi, sulla collina di Visciano, tra preghiere e lavoro nell’orto, i pomodorini dal colore del sole, esplosione di vitamine, 3 volte più dei loro cugini rossi, con l’olio dalle sfumature agrumate sono il fiore all’occhiello della proposta nata sotto il solleone.
Lasciatevi sedurre dalla delicatezza dei pomodorini gialli e dal gusto più forte e intenso delle alici fresche, accarezzati dal trittico e legati a doppio filo dall’olio aromatizzato all’arancia.