Un insolito ingrediente per un insolito abbinamento

di Lina Malafronte

Ormai non si parla di altro se non di Expo 2015, mentre il conto alla rovescia prosegue tra i cantieri, che lavorano notte e giorno incessantemente affinché tutto sia pronto prima del grande inizio, il lancio di Very Bello, il portale dedicato agli eventi culturali che si susseguiranno in tutta Italia durante il periodo dell’Esposizione Universale, subito travolto da un’ondata di critiche per grafica, contenuti e soprattutto perché inizialmente disponibile solo in italiano, e le preoccupazioni degli agricoltori, espresse da Coldiretti, che possano farsi strada prodotti contraffatti.

Forti i timori legati, soprattutto, a quelle coltivazioni che, nella scorsa stagione, hanno conosciuto non poche difficoltà, come nel caso delle castagne, attestate, sulla base di quanto rivelato dalla stessa associazione agricola, al minimo storico.

Non sembra temerne la poca reperibilità Enzo Coccia che, da ottobre, mese in cui si dà inizio alla raccolta, ha arricchito il suo menu con una pizza, più precisamente una bruschetta, che fa del frutto autunnale per eccellenza l’ingrediente principe, proprio come lo era, fino a qualche decennio fa, della cucina montanara.

Attualmente è considerata un alimento pregiato e quasi a rischio estinzione che, un po’ per colpa del clima, un po’ per colpa del cinipide, ha rischiato di non presentarsi affatto sulle nostre tavole. In passato, invece, la castagna, per il suo basso costo, la facilità nel trovarla e l’alto potere calorico, meritò, in quanto ottimo sostituto dei più costosi cereali, l’appellativo di “pane dei poveri”.

Tanti i modi in cui i contadini, ingegnosamente, impararono a cucinarla data la sua caratteristica, ampiamente accentuata oggi, di poter essere goduta in una grande varietà di preparazioni. Ecco spiegato perché di ricette che la celebrano ne esistono a bizzeffe.

Che poi, a dirla tutta, la castagna non riempiva solamente lo stomaco, ma attorno a essa e al suo albero ruotava l’intera economia rurale. Cibo per gli uomini e per gli animali, con le sue scorze si alimentava il fuoco per la successiva essiccazione, laddove foglie e ricci diventavano lettiera nelle stalle e concime per gli alberi. Col castagno si riscaldavano i casolari e si costruivano attrezzi, mentre i tannini che si ricavavano venivano adoperati per la conciatura delle pelli.

Quelli erano altri tempi. Erano i tempi in cui la raccolta era fatta esclusivamente a mano. Donne e uomini, persino anziani e bambini, dedicavano le loro energie al lavoro nelle selve. Tutta una serie di operazioni, gesti sapienti e assai antichi radunavano intere famiglie. E’ vero erano altri tempi, eppure il gusto delle castagne affascina oggi come allora.

Ne sono stregati pure gli ospiti de La Notizia che sulla bruschetta, anch’essa realizzata con impasto della pizza e aggiunta degli ingredienti all’uscita del disco di pasta dal forno, stanno assaporando l’inconfondibile sapore della castagna di Montella, la prima Doc, ora Igp, attribuita a un vegetale.

Ancora una volta dalla Campania, la regione che, nel settore castanicolo, si assicura il primo posto per produzione in Italia, arriva un prodotto speciale e a dir poco insolito per una pizza, insolito quanto il suo sodalizio con lardo, rosmarino e caciotta di capra di Bonucci.

Speriamo che la prossima sia un’annata migliore per le castagne e chissà che il maestro non decida di stupirci con un’altra delle sue deliziose creazioni.