inaugurazione fissler accademy

Dopo una lunga attesa, a Shanghai il primo Fissler Academy café

di Lina Malafronte
Pizzaiolo di successo, docente non solo ai corsi di formazione professionale, con una platea spesso straniera, ma anche a programmi di educazione alimentare ai bambini e a workshop per studenti universitari, consulente giramondo per l’apertura di nuove pizzerie, di ritorno dalla Cina dove ha inaugurato ben due locali dedicati all’arte bianca, Enzo Coccia ha arricchito il suo curriculum con quest’altra esperienza.Non solo pentole, padelle e utensili da cucina, per Fissler, dallo scorso 12 giugno, ora c’è anche un ristorante gourmet. Si chiama FA café ed è stato inaugurato a Shanghai. F di Fissler, A di Academy. Come il nome suggerisce, si tratta di un nuovo modello di servizio che unisce la degustazione all’apprendimento.

Grande la festa per la serata inaugurale del Fissler Academy café con le performance di un ben noto gruppo di ballerini trasformisti e un famoso tenore dagli occhi a mandorla che ha cantato brani della tradizione classica napoletana trasportati magnificamente in quello che un tempo fu il Celeste Impero.

Presenza in costante crescita sul mercato cinese con negozi dislocati in più di 40 città, Fissler, uno dei più importanti brand nella produzione e nella vendita di stoviglie di alta qualità, oggi è sinonimo di passione e piacere nel cucinare. Passione e piacere che promette di condividere con i suoi consumatori attraverso vari corsi di cucina.
Non in un bosco sacro di alberi di ulivo come volle Platone, ma in sette piani di shopping e intrattenimento racchiusi tra le due twin towers di Grand Gateway, in un trafficato incrocio, che a qualcuno ricorda la newyorkese Times Square, il locale-accademia, voluto dal marchio Made in Germany, intende lasciare il segno con piatti della cucina occidentale e una serie di percorsi didattici per padroneggiare, facilmente e felicemente, vari aspetti del complesso universo del buon cibo e del buon bere.

L’Occidente finisce, dunque, sulla punta della lingua, come il fortunato titolo di un documentario, che un paio di anni fa fece impazzire il pubblico televisivo cinese, evoca.

E da Napoli, suo luogo di nascita, sulla punta della lingua è finita pure la pizza. Grazie al prezioso aiuto di Enzo Coccia, il sapore autentico di uno dei prodotti più popolari al mondo ha raggiunto la “Parigi d’Oriente”. Una consulenza iniziata con il nuovo anno, tre istruttori e una quindicina di persone formate per puntare i riflettori sulla vera stella della struttura. Tra il luccichio dei bicchieri di cristallo, la finezza dei servizi in porcellana e la sfrontatezza dell’acciaio di tegami e accessori, si insinuano una varietà di ingredienti che, provenienti direttamente dalla città partenopea, farciscono il disco di pasta prodotto interamente a mano. A questa collaborazione il nostro premier assegnerebbe un bel 10 e lode. Proprio in quei giorni, in visita prima a Shanghai e poi a Pechino, il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha elogiato i partenariati sino-italiani trovando forte appoggio dal primo ministro cinese.
Il Prossimo appuntamento è fissato per il 1° luglio nella Città Proibita.